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Silenzio "assordante" dei "Poggini per il viadotto": le bugie hanno le gambe corte


Le tesi amministrativamente farneticanti secondo la quale la Conferenza di servizi (che ancora si doveva tenere) aveva già scelto l’opzione n. 3 (viadotto da 15 milioni di euro) si sono rivelate completamente campate in aria, così come le elucubrazioni sul funzionamento della procedura amministrativa (sorprende che l’ing. Peppo Biggio, che è stato direttore di quel servizio, abbia dimostrato per tabulas di non capire assolutamente nulla delle medesime procedure).


L’unica cosa certa è che a loro quell’orribile viadotto ferroviario, costituito da un ponte ad arco estradossato (bowstring), a campata unica di circa 80 metri, con archi inclinati in acciaio corten e impalcato sospeso mediante pendini in trefolo zincato e viplato, costituito da un sistema misto acciaio-calcestruzzo, con travi principali longitudinali in acciaio corten e soletta collaborante in c.a., realizzata su predalles metalliche o su casseri collaboranti, piaceva molto.


Lo volevano infatti calare e colare in coda al nostro lago, ed addirittura sostenevano – non si sa come e per quale motivo - che “garantisce la migliore integrazione ambientale e paesaggistica”.


Ma ciò che lascia interdetti è il silenzio “assordante” successivo alle loro brutte figure, quando tutti gli abitanti di Poggio dei Pini si aspettavano almeno delle scuse.


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