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La grande bellezza: opzione zero, nessun viadotto e telecontrollo.

Il Consiglio comunale di Capoterra, all’unanimità e per ben due volte (Deliberazioni n. 18/2016 e n. 42/2017), ha tracciato responsabilmente una linea capace di contemperare l’esigenza di messa in sicurezza del territorio e di preservare l’equilibrio paesaggistico ed ambientale della coda del lago di Poggio dei Pini “attraverso l’installazione di un efficiente sistema di protezione civile telecontrollato, unitamente all’aumento delle campate dell’attuale ponte ed ad una più accurata pulizia, soprattutto a monte, dell’alveo del Rio San Gerolamo, garantendo una sicura via di transito con la messa in sicurezza dell’attraversamento limitrofo all’Hydrocontrol”.


Infatti, sosteneva il deliberato consiliare, “la realizzazione – nel cuore della città-giardino di Poggio dei Pini - di un imponente viadotto in cemento armato precompresso di oltre 120 metri e sopraelevato di 7 metri dal piano di campagna, con ingente accumulo di materiali di riporto in quota - del costo di oltre 7 milioni di euro - rappresenti inequivocabilmente un disvalore paesaggistico ed una ferita imperitura all’assetto ambientale ed al consolidato equilibrio estetico e visivo del luogo, con conseguente deturpamento della scenografia di tratti di elevato valore paesaggistico”.


Orbene, oggi le ipotesi in campo sono diventate tre, una peggio dell’altra, con costi lievitati fino a 15 milioni di euro (la prima è il famigerato viadotto Metassociati, la seconda prevede un abbassamento del viadotto di tre metri, ma con conseguente scavo in profondità del Rio San Gerolamo di 3 metri per 25 metri di larghezza, la terza sono i tre ponti in acciaio corten, di nessun pregio artistico perché copiati da progetti esistenti, di cui il più grande da 80 metri di lunghezza).


Tutte le soluzioni progettuali prevedono la realizzazione di una rotatoria autostradale in quota e lo sconvolgimento della viabilità. L’opzione zero è l’unica perseguibile, non si possono buttare 15 milioni di euro e causare una ferita perenne al paesaggio ed al territorio.


Oggi, tanto più con l’avvento dell’intelligenza artificiale, assicurare un efficiente sistema di protezione civile telecontrollato è banale, come avviene in ogni parte del globo civilizzato.


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